Il packaging nel linguaggio comune di tutti i giorni non è altro che la traduzione letterale di “imballaggio” o “confezione”. Nel mondo del design e del marketing, tuttavia, questo termine ha un significato ben più ampio e profondo che si lega al concetto di brand.
Per capire meglio quindi che cos’è il packaging, come può influenzare le tue scelte di acquisto e vari i retroscena, allora non ti resta che continuare ad approfondire i particolari in questo articolo.
Definizione del packaging e alcuni esempi
Il packaging dal punto di vista pratico è l’imballaggio che contiene al suo interno una merce. Il suo scopo è dunque quello di contenere uno o più prodotti, facilitandone il trasporto, oltre che di proteggerlo da eventuali danni. C’è però un aspetto ancora più importante che si nasconde dietro al packaging, ossia il suo valore informativo.
Di fatto il packaging è ha anche uno scopo informativo perché presenta in modo diretto alcune delle principali informazioni relative alla merce che contiene, come il nome, il brand correlato e le istruzioni di utilizzo.
Alla domanda “che cos’è il packaging” sarebbe dunque errato dire che è una semplice confezione. Un imballaggio ben studiato, infatti, permette di rendere riconoscibile un prodotto in mezzo a tanti altri, convincendo spesso un consumatore all’acquisto.
Facciamo un semplice esempio. In un supermercato si è alla ricerca di uno yogurt. Le confezioni sono numerosissime, ma la persona che vuole comprare il prodotto è particolarmente attenta all’ambiente. Ha inoltre una preferenza per gli yogurt non zuccherati e a basso contenuto di grassi.
Probabilmente tra i moltissimi yogurt disponibili le basterà uno sguardo veloce per individuare subito quelli senza frutta per via del packaging di colore bianco, così come quelli biologici contrassegnati da simboli di colore verde. Le scritte sulla confezione, inoltre, le daranno tutte le altre informazioni che cerca (es. zona di produzione, valori nutrizionali, data di scadenza…), permettendole così di scegliere uno yogurt tra i moltissimi presenti sullo scaffale.
Se lo stesso yogurt avesse avuto una confezione di colore rosso acceso, con immagini di spicchi di frutta, allora sicuramente sarebbe stato ignorato al primo sguardo, nonostante avesse i requisiti ricercati.
Ecco dunque perché la scelta del packaging non deve mai essere lasciata al caso, sia per questioni pratiche legate al trasporto e alla conservazione che puramente commerciali.
Riassumendo il packaging ha perciò 5 funzioni diverse:
- Facilita il trasporto e lo stoccaggio, ma anche l’utilizzo da parte del consumatore finale.
- Protegge il prodotto da fattori esterni, che possono essere urti o botte ma anche condizioni ambientali come umidità, pioggia, caldo o freddo eccessivo.
- Migliora la conservazione del prodotto, che tramite dei sistemi monouso o di chiusura/apertura permette di proteggere una merce dal deperimento.
- Fornisce informazioni immediate, che possono essere reperite anche senza dover fare direttamente uso della merce.
- Influenza le decisioni di acquisto, differenziando il prodotto da eventuali competitor e attirando un pubblico potenzialmente interessato a comprare tale merce.
Ottimizzare al massimo queste cinque funzioni non è semplice, né immediato. Proprio per questo esistono dei professionisti del packaging che si occupano esclusivamente di sviluppare le migliori confezioni, tenendo conto anche dei problemi di sostenibilità e di costo degli imballaggi.
Come si realizza il packaging perfetto?
Realizzare un buon packaging non è così semplice come sembra. Innanzitutto bisogna tener conto di diverse questioni pratiche legate, ad esempio, a eventuali aspetti e caratteristiche tecniche imposte dalle normative.
Le fasi necessarie per realizzare un packaging perfetto sono:
- La ricerca e la pianificazione
- La progettazione
- La selezione dei materiali
- La produzione
- Il controllo qualità
Per comprendere più nello specifico che cosa si intende, ecco qui di seguito dei dettagli in più.
La ricerca e la pianificazione
Il primo step che precede tutto il lavoro di realizzazione di un packaging è la definizione degli obiettivi, che i professionisti del packaging definiscono insieme al cliente che commissiona il lavoro.
Per ogni packaging bisogna infatti decidere quale e che quantità di merce dovrà contenere, che livello di protezione e conservazione dovrà avere e che informazioni dovrà trasmettere. Nel corso di questo processo si rivela fondamentale l’analisi del mercato, per studiare la concorrenza ed esaminare le tendenze del settore, oltre alle preferenze dei consumatori.
Pertanto è comunque che nel corso di tale processo vengano svolte delle interviste dirette a campioni di persone, selezionate anche tramite il supporto di analisti di mercato.
La progettazione
La progettazione è la fase più lunga e complessa della realizzazione di una packaging. Si parte inizialmente dal “concept design”, ossia dalla creazione di bozze preliminari elaborate sia sulla base delle ricerche condotte in precedenza che sulle esigenze in termini di colori, caratteri e immagini dettate dal brand.
Una volta definiti tutti gli aspetti e selezionate alcune opzioni si passa alla prototipazione, ossia alla realizzazione di prototipi reali che permettono di testare dal vivo anche gli aspetti funzionali di un imballaggio.
La selezione dei materiali
Un aspetto da non sottovalutare quando si parla di packaging è la scelta dei materiali. Un imballaggio può essere di carta, di plastica, di vetro e di un’altra infinità di materiali possibili, utilizzabili anche in combinazione tra di loro.
La scelta del materiale deve prendere in considerazione una molteplicità di diversi fattori, come il costo e la robustezza che si dovranno adattare alla merce che l’imballaggio conterrà. Il materiale, inoltre, ha un peso anche dal punto di vista del marketing.
Specialmente quando si tratta di prodotti di lusso, come vini pregiati o orologi, è essenziale tenere in considerazione anche la sensazione che un materiale emana anche al tatto. In base ai budget si può perciò giocare anche con tessuti come velluto o seta, senza sottovalutare però anche il più recente trend legato alla sostenibilità.
La produzione
Quando il progetto del packaging definitivo viene approvato, si passa alla fase di realizzazione vera e propria attraverso la messa in produzione e la stampa. Ciò significa che bisogna dare il via alla creazione dei vari componenti necessari per assemblare l’imballaggio, come scatole, inserti o etichette, oltre alla scelta dei metodi di stampa.
Le decisioni prese in fase di produzione dipendono moltissimo dalla tipologia dei materiali selezionati. Una volta che tutti i pezzi sono pronti si procede con l’assemblaggio dei componenti, che può concludersi anche con l’aggiunta di sigilli o altri componenti speciali.
Il controllo qualità
Prima dell’approvazione definitiva del packaging, è necessario testare la qualità di quanto concepito. Il controllo qualità prevede generalmente lo svolgimento di test di resistenza alle cadute, alla compressione e all’umidità per verificare che venga garantita la funzionalità di protezione.
Ci si accerta inoltre che il packaging sia sicuro, e cioè che in caso di incidenti non sia in grado di provocare danni gravi. In alcuni settori questo processo è particolarmente delicato, specialmente se la merce racchiusa nell’imballaggio presenta dei rischi (es. materiali infiammabili, gas esplosivi…). Se così fosse potrebbe rendersi necessaria una verifica ancora più approfondita per verificare che gli standard di qualità richiesti dalle normative siano rispettati.
Chi è il responsabile della creazione di un packaging? Studi, carriera, stipendio
Come appena visto, il processo di realizzazione di un packaging prevede diverse fasi in cui è necessario l’intervento di diversi professionisti. Il responsabile principale della realizzazione di un packaging è però una figura ben precisa, ossia il Packaging Specialist.
Il packaging specialist è professionista esperto in tutte le fasi di ideazione, progettazione e sviluppo di imballaggi. Per assumere questo ruolo bisogna avere una consapevolezza ben precisa di che cos’è un packaging, che deriva a sua volta da una profonda conoscenza del design, del diritto, dell’economia e delle procedure aziendali.
Proprio per questo per diventare packaging specialist esistono delle apposite scuole come l’ITS Packaging Specialist che hanno l’obiettivo di formare i futuri professionisti del packaging. Il percorso di studi ha una durata di due anni che comprende sia momenti di formazione in aula che in azienda.
Per chi intraprende tale strada gli sbocchi lavorativi comprendono principalmente l’inserimento in grandi industrie specializzate nello sviluppo di imballaggi industriali, ma anche agenzie di comunicazione o reparti marketing di aziende private. In ogni caso, data la grande responsabilità e il livello di conoscenze richieste le prospettive di carriera sono il più delle volte ottime, con stipendi che si aggirano in media sui 35-40 mila euro annui.