Nella classifica dei lavori più richiesti nei prossimi 10 anni c’è una professione che spicca particolarmente: è quella del Cloud Specialist.
Questa figura, ancora poco conosciuta a molti, sembra in realtà essere destinata a diventare sempre più portante e strategica all’interno di numerose realtà appartenenti sia al settore pubblico che a quello privato. Il motivo è da ricollegarsi alla diffusione dell’utilizzo dei sistemi di cloud, gestiti proprio dai cloud specialist.
Se ti incuriosisce conoscere più nello specifico cosa fa un cloud specialist, quali sono le sue competenze e il percorso di studio necessario per ottenere tale qualifica, allora continua a leggere i prossimi paragrafi: qui troverai interessanti dettagli su questa professione, con alcuni esempi concreti.
Cosa fa un cloud specialist
Un cloud specialist è un professionista che si occupa di tutto ciò che ruota intorno al funzionamento dei Cloud. I cloud sono delle particolari tipologie di server remoti che possono contenere dati di qualsiasi genere a cui si può accedere semplicemente tramite internet, senza i limiti fisici tipici degli hardware, tra cui chiavette USB e hard disk.
Ciò rappresenta quindi un enorme vantaggio per le aziende che possono avere sempre a disposizione dati, programmi, foto e video a prescindere dal dispositivo che utilizzano o dal luogo in cui si trovano. Ma per far sì che un sistema cloud funzioni, tuttavia, è anche fondamentale che vi sia un professionista che se ne occupi. E tale professionista, naturalmente, è proprio in cloud specialist.
In pratica quello che fa un cloud specialist è:
- Gestire le informazioni all’interno sistemi di cloud, ad esempio supervisionando la migrazione e il corretto stoccaggio dei dati
- Occuparsi della manutenzione dei cloud, rilasciando a continui aggiornamenti che permettono al tutto di funzionare correttamente
- Creare nuovi sistemi di cloud in base alle esigenze presentate dai clienti
Il cloud, infatti, non è un sistema fisso e sempre uguale. La sua natura può cambiare considerevolmente in base alla mole e alla tipologia di dati che deve contenere e all’utilizzo che ne verrà fatto. Spesso perciò il cloud specialist si ritrova a lavorare a stretto contatto con software architect e sviluppatori, facendo da ponte tra le esigenze tecniche di un progetto e quelle strategiche del committente. L’obiettivo finale del suo lavoro è quindi sempre la supervisione del corretto funzionamento dei cloud, allo scopo di renderli il più performanti possibile anche grazie al confronto con altre figure.
Sbocchi lavorativi
Tra i compiti del cloud specialist non c’è solo quello di garantire che il cloud funzioni correttamente, ma anche che vengano rispettati i requisiti base di sicurezza, soprattutto in relazione alla sensibilità dei dati che vengono stoccati all’interno dei server.
Tali conoscenze vengono particolarmente richieste all’interno di tutti quei contesti che prevedono un quotidiano utilizzo dei cloud o che, pur non adoperandolo attualmente, intendono introdurlo a breve nella propria realtà. Nel 2021, infatti, secondo le indagini di Eurostat circa il 60% delle imprese in Italia utilizzava già i cloud, in trend ancora adesso in costante aumento.
Ecco perché i principali sbocchi lavorativi per un Cloud Specialist sono:
- Le aziende del settore informatico
- Le aziende che offrono servizi IT
- System integrator, ossia aziende specializzate in integrazione di sistemi
- Le società di consulenza
- La pubblica amministrazione
È interessante in particolare sottolineare l’ultimo punto, a dimostrazione che anche all’interno dei dipartimenti statali stia aumentando l’interesse e l’esigenza di professionisti esperti in Cloud che cambieranno a breve anche il nostro modo di rapportarci con la pubblica amministrazione.
Come diventare un cloud specialist
Ora che ti è sicuramente più chiaro che cosa fa un cloud specialist è arrivato il momento di spiegare cosa studiare per diventarlo. Esistono diverse strade per imparare a svolgere questa professione. In molti casi il percorso più comune è quello di una laurea in informatica o in ingegneria informatica, seguita poi da specifici master.
Tuttavia per ottenere la qualifica di cloud specialist non è obbligatorio ottenere un diploma universitario. Il cloud specialist infatti è prima di tutto un tecnico motivo per cui in alternativa alla laurea si può optare per un corso professionale post-diploma come quelli proposti dagli ITS.
In particolare il corso più indicato per diventare un cloud specialist è l’ITS Network and Cloud erogato dall’ITS Angelo Rizzoli perché offre la possibilità di approfondire anche gli aspetti cardine legati alla sicurezza e alla gestione dei Big Data. Tale corso prevede in particolare un alto numero di ore di pratica e degli stage in azienda che in soli due anni, dopo il superamento di tutte le prove, permette di ottenere il Diploma di Tecnico Superiore per le Infrastrutture IT, cloud e la sicurezza dei dati.
In ogni caso, a prescindere dal tipo di strada che si sceglie di intraprendere, è bene conoscere quelle che sono le competenze principali che deve avere un cloud specialist. Noi te le lasciamo elencate qui sotto, in modo tale che tu possa avere la possibilità di verificare in maniera autonoma se sono presenti all’interno del programma dei corsi in cui potresti imbatterti.
Ecco quindi le competenze tecniche che tutti i Cloud Specialist devono avere:
- Utilizzo dei principali sistemi di cloud
- Basi di programmazione e dei principali linguaggi informatici
- Conoscenza delle procedure di containerizzazione e orchestrazione
- Fondamenti di cybersecurity
- Capacità di gestione dei big data
Accanto a queste ultime si aggiungono poi altre “soft-skill”, ossia delle attitudini personali fortemente legate al proprio carattere e alle modalità con cui ci si interfaccia con gli altri.
Le soft skill più ricercate di un Cloud Specialist sono:
- Problem solving
- Pensiero critico
- Teamwork
- Capacità di anticipare i problemi
- Gestione del tempo
A tutto ciò va poi aggiunto un buon livello di inglese e la conoscenza del vocabolario tecnico di settore, essenziale per potersi inserire anche all’interno di team di lavoro dal respiro internazionale.
Quanto guadagna un cloud specialist
La retribuzione di un cloud specialist varia molto in base al livello di anzianità, oltre che della realtà in cui lavora. Generalmente lo stipendio medio di un cloud specialist alle prime armi è di circa €30.000 l’anno, che può però aumentare notevolmente nel giro di poco tempo.
In particolare i guadagni più alti si riscontrano all’interno delle grandi multinazionali come Google, Microsoft, Salesforce, Apple, Amazon e Meta. Qui lo stipendio di un Cloud Specialist con esperienza può abbondantemente superare i €100.000 annui, senza considerare eventuali bonus e benefit aziendali.
Inoltre, poiché i professionisti qualificati sono ancora pochi a fronte di una domanda sempre più crescente, è piuttosto probabile che il salario offerto tenderà ad aumentare con l’obiettivo di attirare nuove risorse. Di conseguenza le stime degli stipendi medi di un cloud specialist a breve potrebbero essere riviste al rialzo, facendo di questo lavoro uno degli meglio pagati nell’ambito IT.
Per il colloquio, invece, non è richiesta una preparazione specifica. Sarà tuttavia importante essere in grado di rispondere alle domande poste dai responsabili delle selezioni dimostrando una forte motivazione e una propensione allo studio delle materie previste nel programma di studi. Pertanto bisognerà dare prova di avere consapevolezza del percorso per cui ci si candida e dei possibili sbocchi di lavoro, parlando anche di sé e delle proprie ambizioni, il tutto dimostrando delle buone capacità dialettiche e interpersonali.
Altre informazioni utili da sapere sui test d’ingresso ITS
Le modalità di svolgimento e i criteri di valutazione dei test d’ingresso ITS possono variare non solo in base all’istituto e al corso scelto, ma anche di anno in anno. Per non farsi trovare impreparati è dunque di fondamentale importanza consultare i bandi aggiornati pubblicati sui canali ufficiali dell’ITS presso il quale si vuole sostenere la prova.
Per partecipare alle selezioni è richiesta l’invio di una domanda di ammissione alle selezioni che deve avvenire nelle modalità e nei tempi riportati sul bando, pena l’esclusione dalla prova. È inoltre obbligatoria l’invio di una scansione del diploma o di altri titoli. I candidati che non hanno ancora conseguito il titolo di studio possono comunque inoltrare la propria domanda allegando un’autocertificazione, che dovrà poi essere successivamente integrata.
In fase di invio della domanda è raccomandabile candidarsi a più di un percorso presso lo stesso ITS, indicando un ordine di preferenza. Così facendo è possibile aumentare le possibilità di essere ammessi in almeno una delle opzioni indicate.
Per qualsiasi altra domanda o curiosità sui test d’ingresso ITS il consiglio rimane comunque sempre quello di contattare direttamente le segreterie delle fondazioni, così da ricevere una risposta chiara ai propri dubbi.