Rivoluzione digitale e mercato del lavoro: prospettive future

Sommario Rivoluzione digitale

Tutti abbiamo sentito almeno una volta parlare di “rivoluzione digitale”. Questo termine, che indica il processo di transizione dall’uso di strumenti meccanici verso i sistemi di tipo elettronico-digitali, viene spesso utilizzato anche nell’ambito del lavoro.

Si utilizzano infatti sempre più spesso espressioni come “digitalizzazione delle imprese”, “industria 4.0″ e “lavori digitali”. Non tutte le persone però vedono tale evoluzione in maniera positiva. C’è chi crede, infatti, che il diffondersi delle nuove tecnologie (in particolare dell’intelligenza artificiale), possa avere degli impatti negativi su alcune professioni, portando progressivamente alla perdita di molti posti di lavoro.

Eppure, come vedremo tra poco, conoscere e comprendere la rivoluzione digitale può aprire moltissime strade. Investire nello studio dei nuovi strumenti è un’opportunità che deve essere colta e che può consentire a chiunque di diventare una figura ricercata da parte di aziende e istituzioni.

Che cos’è la rivoluzione digitale

Rivoluzione digitale Che cos’è la rivoluzione digitale

Prima di tutto è fondamentale definire meglio che cos’è la rivoluzione digitale, quando è iniziata e quali saranno i suoi sviluppi. A differenza di quello che si crede, l’inizio del processo di digitalizzazione non è così recente come si può pensare. I primi passi partono negli anni ‘50 con un passaggio di enorme rilievo: quello dal computer analogico, che sfruttava movimenti fisici dei meccanismi, al computer digitale che utilizza invece delle informazioni in codice codificate da alcuni algoritmi.

A ciò si aggiunse poi un altro tassello portante, ossia l’invenzione di internet. Da quel momento i dati non rimasero più racchiusi all’interno di sistemi di memoria fissi, ma assunsero la capacità di poter viaggiare tra dispositivi posti a enorme distanza tra di loro.

La rivoluzione digitale quindi non è altro che la diffusione sempre più massiccia di strumenti di tipo digitale in diversi contesti della nostra vita, con conseguenze anche sulle nostre abitudini: fare acquisti online, svolgere procedure burocratiche da casa, scrivere documenti su un computer… Sono solo alcune delle cose che fino a qualche secolo fa sarebbero state impensabili e che oggi tutti possono fare.

Allo stesso tempo bisogna però comprendere che questo processo di rivoluzione non è ancora terminato, ma è tutt’ora in corso. Per il futuro ci aspettano altri cambiamenti, molti dei quali sono comunque prevedibili. Alcuni esempi? L’importanza di riuscire a elaborare i “Big Data” ossia delle gigantesche moli di informazioni, l’uso dei sistemi Cloud, essenziali per stoccare tali dati, o ancora l’apprendimento di tecniche di cybersicurezza per poterli proteggere.

La rivoluzione digitale toglierà lavoro?

Rivoluzione digitale In futuro ci sarà lavoro

Sono molti i dibattiti intorno al tema della rivoluzione digitale, come ad esempio la questione della privacy. Ma ce n’è uno ancora più acceso, ed è quello del lavoro.

La digitalizzazione costante dei vari settori della vita quotidiana è destinata a cambiare in modo imprescindibile il nostro modo di vivere e di lavorare. È quindi vero affermare che alcune professioni potrebbero essere destinate a scomparire, ma è altresì certo che queste ultime verranno sostituite da altre.

Per farsi trovare pronti la soluzione è perciò solo una: investire in modo corretto nella propria formazione. Riconoscere i cambiamenti in atto ci consente di prevedere quali saranno le materie nel cui studio conviene investire, ma anche le “soft skill” personali da sviluppare, come ad esempio l’adattabilità e la creatività che sono utili per trovare nuove soluzioni.

Secondo alcune analisi, infatti, al contrario di quanto può sembrare la rivoluzione digitale creerà moltissime nuove opportunità lavorative. I processi di digitalizzazione delle istituzioni e delle aziende richiedono un grande impiego di risorse. Secondo una ricerca di Randstad, già nel 2022 circa il 12% degli annunci di lavoro riguardava la ricerca di addetti a professioni “digitali”.

E tutto è ancora agli inizi. Secondo quanto pubblicato a inizio 2022 da Unioncamere nei prossimi 5 anni saranno circa 1,5 milioni le persone che si inseriranno nel mondo del lavoro e alle quali saranno richieste delle competenze digitali, anche base.

Se perciò alcuni lavori scompariranno per via della digitalizzazione e dell’automazione (basta pensare ad esempio alle casse automatiche), è pur sempre vero che aumenterà sempre di più il bisogno di persone capaci di costruire, programmare e aggiornare tutti questi nuovi sistemi. Il digitale non toglierà lavoro, ma piuttosto è corretto dire che sicuramente lo cambierà.

Le professioni digitali più in crescita

Con la rivoluzione digitale stiamo assistendo alla nascita di nuove professioni. Alcune di queste, in particolare, hanno visto un’enorme crescita negli ultimi anni diventando spesso difficili da reperire per le aziende. Nell’ambito del lavoro digitale, infatti, mancano ancora molti professionisti in grado di ricoprire alcune posizioni ben specifiche. Il risultato è quindi che c’è più domanda che offerta.

Andando ad analizzare il numero di annunci degli ultimi anni, risulta che i lavori digitali più richiesti sono:

  • Esperto di cybersicurezza
  • Sviluppatore
  • Responsabile ecommerce
  • Data Analyst
  • Creatore di contenuti 

Tutto ciò sfata quindi la credenza che la digitalizzazione stia togliendo opportunità ai più giovani. Al contrario, formarsi e imparare le competenze che il mercato richiede può aprire ottime prospettive di carriera. Ma come mai le figure che abbiamo appena citato sono così ricercate? E soprattutto, di cosa si occupano concretamente?

Andiamo subito a vederlo insieme.

1. Esperto di cybersicurezza

Rivoluzione digitale cyber security specialist

L’esperto di sicurezza, definito spesso anche come “cyber security specialist” è una figura il cui ruolo è quello di proteggere i dati digitali, sia creando sistemi di difesa e monitorando il loro corretto funzionamento, che agendo attivamente in caso di attacchi hacker. L’importanza di questa professione è aumentata in maniera proporzionale con lo sviluppo della transizione digitale di aziende e istituzioni. La tutela dei dati sensibili è essenziale in ogni settore, e in particolar modo in quello bancario. Di conseguenza la figura del “cyber security specialist” è decisamente destinata a essere sempre più fondamentale. Basta pensare che solamente tra il 2020 e il 2022 gli annunci di lavoro che ricercavano esperti di cyber sicurezza sono aumentati del 60% rispetto al biennio 2018-2020.

2. Sviluppatore

Rivoluzione digitale Sviluppatore

Lo sviluppatore è una delle prime professioni digitali a essere nata con il processo di rivoluzione digitale. Il perché si spiega con il fatto che questa figura è fondamentale per costruire piattaforme e applicazioni, oltre a siti web ed ecommerce. Senza di loro, quindi, non sarebbero potute emergere tante altre figure correlate come ecommerce manager, copywriter, graphic designer e social media manager.

I compiti di uno sviluppatore sono molto variabili e possono riguardare veramente un’infinita quantità di ambiti: dalla creazione di nuovi software fino alla loro manutenzione. Le competenze che si devono sviluppare per poter diventare uno sviluppatore sono molte e riguardano i diversi linguaggi informatici (es. C/C++, JavaScript, CSS…). Starà alla singola persona scegliere in quale ambito specializzarsi, ma in ogni caso le prospettive di lavoro sono sempre ottime. A fine 2021, infatti, il 41% degli sviluppatori freelance ha affermato di aver registrato un ottimo aumento di richieste nonostante la pandemia mondiale ancora presente alle spalle.

3. Responsabile ecommerce

Rivoluzione digitale Responsabile ecommerce

La nascita della posizione di “responsabile ecommerce” è probabilmente una delle conseguenze meglio visibili della rivoluzione digitale. Con la creazione dei negozi digitali e l’aumento del numero di acquisti effettuati online una figura di questo genere è diventata necessaria per poter gestire gli ecommerce, in special modo quelli di grandi dimensioni. Il responsabile ecommerce ha dunque il compito di cercare di aumentare le vendite e la qualità del servizio offerto, spesso coordinando il lavoro di sviluppatori, copywriter, UX e UI designer e altri professionisti. Per diventarlo servono quindi delle buone basi gestionali, oltre che soprattutto di marketing digitale.

4. Data Analyst

Rivoluzione digitale Data Analyst

Il Data Analyst è un professionista specializzato nell’analisi di dati. Era un ruolo già esistente prima dell’avvento della rivoluzione digitale, ma che ultimamente sta diventando sempre più centrale. Con il digitale, infatti, è possibile raccogliere e gestire flussi di dati enormi. Questi ultimi sono un tesoro prezioso che molte aziende non vogliono sprecare. Il compito del Data Analyst è proprio quello di elaborarli e utilizzarli per diversi fini, dall’ottimizzazione dei processi di produzione nell’industria fino alla creazione di strumenti di intelligenza artificiale.

5. Creatore di contenuti

Rivoluzione digitale Creatore di contenuti

Il creatore di contenuti o “content creator” è una persona che si occupa della creazione di contenuti digitali di varia natura come video, foto, testi. Può essere un libero professionista o un dipendente di un’azienda. I contenuti creati vengono pubblicati online sui vari canali di comunicazione (es. blog, social network, siti web…) e possono avere sia lo scopo di informare o intrattenere. Di base questa figura è creativa, ma deve avere delle ottime nozioni di comunicazione per poter essere in grado di utilizzare il tono corretto di voce in base al pubblico a cui si rivolge.

Attualmente in Italia si contano circa 10 mila content creator, ma i numeri sono in salita. Con l’aumento di utenti attivi online cresce anche la richiesta di contenuti e così anche il numero di professionisti capaci di poterli creare. Attenzione però a non confondere questo lavoro con quello degli influencer, che sono sì creatori di contenuti, ma rappresentano in realtà solo il 14% a livello globale di questa categoria.

Rivoluzione digitale: conseguenze sul rapporto vita-lavoro

Le conseguenze della rivoluzione digitale nel lavoro non si fermano solo all’emergere di nuove professioni e alle richieste da parte delle aziende di competenze aggiornate. A cambiare non sono solo i ruoli, ma anche il diverso rapporto vita-lavoro.

Il digitale è un mondo sempre accessibile, in qualsiasi orario e da qualsiasi luogo, che rimane inoltre sempre sotto il proprio controllo per via delle notifiche, delle mail e dei messaggi. Il confine tra tempo del lavoro e tempo libero si fa quindi più sottile e cadono i classici limiti imposti dalle mura di un ufficio. Ciò naturalmente ha dei contro, ma anche una serie di grandi vantaggi positivi: sta a noi cercare di riuscire a tirarne fuori il meglio.

Rivoluzione digitale I benefici dello smartworking

L’esempio più lampante è quello del lavoro da remoto e dello smartworking. Gran parte dei lavori digitali possono essere svolti non necessariamente alla scrivania di un’azienda, né in orari già prestabiliti e fissi. Ciò, se sfruttato a proprio favore, può avere dei riscontri estremamente ottimali sul proprio benessere personale, oltre che sull’ambiente.

Tra i benefici dello smartworking abbiamo sicuramente:

  • Il risparmio di tempo negli spostamenti
  • Il risparmio di soldi (es. costo della benzina o di un abbonamento ai mezzi pubblici)
  • Un aumento della produttività stimato tra l’1% e l’8%
  • Una minore quota di emissioni di CO2, stimati in media a 600 kg in meno l’anno per lavoratore
  • Più flessibilità per la gestione degli impegni familiari

C’è persino chi approfitta della possibilità di lavorare da dove si vuole per intraprendere la vita da “nomade digitale” un fenomeno sociale sempre più diffuso che consiste nel non avere una dimora fissa, ma viaggiare in diversi paesi del mondo pur continuando a svolgere la propria professione online.

Di contro, in tutto ciò, troviamo comunque il fatto che non per tutti può essere semplice raggiungere un buon equilibrio con la vita privata, con il rischio di lavorare più tempo del necessario o di non riuscire a trovare la giusta concentrazione. Inoltre non deve comunque essere sottovalutata l’importanza di potersi confrontare “fisicamente” con un team di persone. Una soluzione potrebbe quindi essere l’opzione del lavoro ibrido, che si basa sull’alternanza tra la presenza in ufficio e il lavoro da remoto, accostato anche a una flessibilità nella gestione del proprio tempo.

Certo è che con l’avvento del digitale sono in corso delle enormi modifiche nel mondo lavorativo. Sviluppare competenze in questo senso, investendo nella formazione attraverso la scelta di specifici corsi professionali post diploma, può quindi essere un primo passo per iniziare a cogliere tutti i vantaggi positivi che la rivoluzione digitale sta mettendo a disposizione, sia per migliorare le prospettive di carriera che la qualità del proprio futuro.

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