Negli ultimi anni tutti noi abbiamo assistito a un forte cambiamento nel mondo del lavoro, e alla conseguente comparsa di nuove professioni digitali. Il processo di digitalizzazione, che ha vissuto un importante scatto a partire dal periodo post- Covid, ha inevitabilmente coinvolto anche le grandi aziende e industrie, portando in primo piano la figura del Digital Transformation Manager.
Ma di cosa si occupa esattamente? Un manager della trasformazione digitale, infatti, non deve essere confuso con un “semplice” dirigente d’azienda. Alle skills di project management si aggiunge una profonda conoscenza delle più recenti tecnologie digitali, tra cui Intelligenza Artificiale, Cloud Computing e Big Data.
Se sei dunque interessato a capire meglio quali sono le responsabilità che comporta tale ruolo, ma anche il percorso di studi che si nasconde dietro e tutte le opportunità di carriera, allora continua a leggere. Qui dentro troverai tutte le risposte a queste domande.
Cosa fa un Digital Transformation Manager? Ruolo e responsabilità
In Digital Transformation Manager è una figura professionale specializzata nel guidare le aziende verso i processi di innovazione digitale. In pratica, il ruolo di un manager della trasformazione digitale è quello di prendere delle decisioni a livello strategico per integrare all’interno di aziende e industrie nuove tecnologie, al fine di ottimizzare i processi di produzione.
Per fare tutto ciò, dunque, bisogna avere sia ottime competenze di project management che conoscenze tecniche approfondite delle tecnologie che si punta a integrare. Solo conoscendole al meglio si possono programmare nel migliore dei modi tutti gli step da fare, le tempistiche e i budget necessari.
Riassumendo, ecco cosa fa un Digital Transformation Manager:
- Analizza lo status della realtà per cui lavora, redigendo un report sulla situazione attuale.
- Sviluppa una strategia di trasformazione digitale, costruita sulla base degli obiettivi aziendali e su quanto raccolto durante l’analisi iniziale.
- Implementa le tecnologie selezionate, gestendo il lavoro del team che collabora al proseguimento degli obiettivi prefissati.
- Monitora il lavoro svolto, raccogliendo feedback e implementando la struttura al fine di migliorarla il più possibile.
- Ricerca nuove opportunità digitali, prefissando sempre nuovi obiettivi.
Ovviamente tutto ciò deve sempre tenere in conto quello che è il budget che si ha a disposizione. Tra i compiti di un manager della trasformazione digitale vi è anche l’ottimizzazione delle risorse, così come l’eventuale ricerca di finanziamenti da partner esterni.
Di fatto le responsabilità di un Digital Transformation Manager sono decisamente importanti. Si tratta di un lavoro che non può essere improvvisato e che richiedere quindi una gestione strategica e studiata di ogni mossa, necessarie per guidare le aziende verso un processo di digitalizzazione soddisfacente.
Sbocchi lavorativi
La professione di manager per la trasformazione digitale è rimasta per un certo periodo abbastanza “di nicchia”. Ad accezione di alcune grandi multinazionali, per diversi anni le aziende non hanno sentito l’urgenza di investire subito grossi budget in tali figure.
La situazione, però, è decisamente cambiata dopo il 2020, tanto che ora secondo un rapporto di LinkedIn svolto nel 2023 l’aumento delle offerte di lavoro per questo ruolo sono cresciute del 25%. Non a caso secondo IDC, uno dei maggiori istituti di ricerca sul mercato digitale, la spesa globale degli investimenti in trasformazione digitale prevista entro il 2025 è di 2,8 trilioni di dollari.
L’importanza strategica dell’introduzione di tecnologie digitali all’interno delle aziende, dunque, è chiara in ogni ambito ed è oggi finalmente vista come un investimento. Digitalizzare, infatti, significa anche aumentare la sicurezza, la produttività e soprattutto la sostenibilità.
I principali sbocchi lavorativi di un Digital Transformation Manager sono:
- I grossi e-commerce, come Amazon, che puntano soprattutto a integrare gli strumenti di analisi dei dati per incrementare le vendite e ottimizzare la gestione della logistica.
- Le aziende del settore manifatturiero che puntano trasformarsi in industrie 4.0, puntando nello specifico sulle tecnologie IoT per incentivare l’automazione dei processi produttivi.
- Le compagnie energetiche, come Enel e Shell, che adottano soluzioni digitali sia nella gestione dei clienti che nelle reti, al fine di migliorare l’efficienza della rete di distribuzione.
- Il mondo dei media e delle telecomunicazioni, interessate soprattutto ai sistemi di archiviazione cloud e all’Intelligenza Artificiale per poter gestire l’archiviazione e la creazione di nuovi contenuti.
- Gli ospedali e le cliniche private, che grazie all’integrazione delle tecnologie digitali nei loro sistemi possono ottimizzare la gestione delle cartelle cliniche, anche al fine di migliorare i servizi di diagnosi.
La professione può essere svolta direttamente come dipendenti per conto di un’azienda o industria, ma anche in veste di consulente esterno. Si può infatti lavorare come Digital Transformation Manager per conto di società di consulenza specializzate in trasformazione digitale, che possono essere sia di grosse dimensioni che piccole start up innovative.
Come diventare Digital Transformation Manager
Il percorso per diventare Digital Transformation Manager non è semplice, ma richiede una grossa esperienza oltre che un’approfondita conoscenza delle tecnologie digitali. Inoltre è bene sapere che il processo di formazione continua anche ben oltre il termine “ufficiale” degli studi. Il fatto di rimanere sempre aggiornati sulle costanti evoluzioni del settore è un punto essenziale.
Per avviare la propria carriera in questo ruolo, tuttavia, vi è sempre un punto di partenza che può però cambiare da persona a persona. Fino a non molto tempo fa la strada più praticata era quella dell’università, con percorsi magistrali di cinque anni in ingegneria gestionale, informatica o business management, a cui aggiungere ulteriori corsi extra di specializzazione.
Da alcuni anni invece, al fine di rispondere alla crescente domanda di professionisti, è nata una nuova alternativa all’università per formare i futuri Digital Transformation Manager. Si tratta nello specifico del corso ITS Industrial Digital Transformation Specialist, un percorso di studi post-diploma di durata biennale.
Tra le materie insegnate nel corso ITS Industrial Digital Transformation Specialist ci sono:
- Economia e organizzazione aziendale
- Project Management
- Principi di costruzione, disegno e architettura di soluzioni digitali 4.0
- Web Technologies Cloud
- Data Analysis
- Automazione e robotica industriale
L’obiettivo del corso è dunque quello di fornire delle conoscenze avanzate sia in ciò che riguarda la struttura e gestione di un’azienda, e sia i meccanismi e il funzionamento delle possibili tecnologie che è possibile andare a implementare all’interno.
Un ulteriore vantaggio, in questo caso, è dato anche dalla possibilità di fare pratica nel ruolo sin dall’inizio. Trattandosi di un corso erogato da un ITS, ossia un istituto tecnologico superiore, viene dato grande spazio alla pratica. Su 2000 ore di lezione, ben 840 vengono erogate in stage da svolgere direttamente all’interno di grosse realtà.
All’esperienza sul curriculum poi si aggiungono naturalmente anche una serie di altre doti personali. Un digital transformation manager deve infatti avere una certa attitudine caratteriale.
Tra le soft-skills richieste ai digital transformation manager ci sono:
- Leadership, dato che viene richiesta la capacità di prendere decisioni importanti e guidare le azioni di team talvolta numerosi.
- Pensiero strategico, che permette di pianificare le mosse migliori sia sul breve che sul lungo termine
- Flessibilità, necessaria per adattarsi velocemente ai cambiamenti repentini che caratterizzano il mondo digitale.
A differenza di quanto si possa credere, inoltre, è utile avere anche una naturale propensione alla creatività. Sapere pensare fuori dagli schemi risulta utile per trovare nuove soluzioni innovativi, utili sia a migliorare i processi aziendali che a risolvere problemi inaspettati, senza farsi prendere dal panico.
Quanto guadagna un Digital Transformation Manager?
Il guadagno di un Digital Transformation Manager varia molto da paese a paese. A prescindere da ciò, analizzando le statistiche di diverse nazioni si può notare come tale professione sia sempre ben pagata, a prescindere dal luogo e realtà dove si lavora.
In Italia lo stipendio medio di un Digital Transformation Manager è di circa 50 mila euro annui. Va però sottolineato che questo dato rappresenta, per l’appunto, una media. Ciò significa che esistono realtà in cui un manager per la trasformazione digitale può arrivare a guadagnare cifre superiori ai 100 mila euro all’anno.
Chiaramente compensi così elevati sono riservati a professionisti con diversi anni di carriera alle spalle. Tuttavia anche chi si introduce all’interno di questo settore come figura junior, in affiancamento a dei senior, avrà la possibilità di ottenere fin da subito una buona retribuzione.
In definitiva si può affermare senza alcun dubbio che chi ha intenzione di investire diversi anni in formazione, vedrà sicuramente ripagati i suoi sforzi, con la possibilità di intraprendere una carriera dinamica e di successo.