Tirocinio Curriculare: normativa, retribuzione e altre linee guida per le aziende

Sommario Tirocinio Curriculare

Se ben impostato, il tirocinio curriculare è uno strumento preziosissimo non solo dal punto di vista dei giovani studenti, ma anche delle aziende stesse. I tirocini infatti diventano spesso una delle modalità più efficaci per scoprire giovani talenti, occupandosi fin da subito della loro formazione.

Non a caso, molte realtà scelgono di proseguire i percorsi di tirocinio con delle assunzioni. Ma come dar via a questo processo? Nel caso tu stia cercando di capire quali sono i documenti necessari per attivare un tirocinio curriculare, allora sei nel posto giusto. Nei prossimi paragrafi troverai tutto quello che devi sapere sulla normativa che le aziende devono seguire.

Che cos’è un Tirocinio Curriculare

Può sembrare scontato, ma prima di iniziare è bene spiegare che cos’è un tirocinio curriculare in modo tale da non confonderlo con un’altra tipologia di tirocini, ossia i “tirocini extracurriculari”, che sono disciplinati da tutt’altra normativa.

Come tirocinio curriculare si intendono tutte quelle esperienze facenti parte di un percorso formativo di studio. In pratica, i tirocini curriculari possono essere svolti solo da persone iscritte a corsi di formazione (es. ITS, università, master, dottorati). È quindi uno strumento per permettere agli studenti di venire a contatto con il mondo del lavoro ancor prima del termine degli studi. Per le aziende, dall’altra parte, è invece un modo per conoscere futuri professionisti sui quali poter scegliere di investire anche al termine del tirocinio curriculare, fidelizzando così nuove risorse.

Differenze tra tirocinio curriculare ed extracurriculare

Ma qual è perciò la differenza tra tirocinio curriculare e tirocinio extracurriculare?

Se il tirocinio curriculare si rivolge agli studenti con lo scopo di offrire un primo approccio al mondo del lavoro, il tirocinio extra-curriculare invece si rivolge esclusivamente a chi ha già terminato gli studi ma vuole proseguire la propria formazione con un’esperienza diretta sul campo.

Le differenze si traducono poi anche in termini normativi per ciò che riguarda il processo di attivazione del contratto, la durata, la retribuzione e tanti altri piccoli particolari che avremo modo di approfondire a breve.

Tirocinio curriculare: come funziona la normativa

I tirocini curriculari, ossia rivolti a giovani che stanno ancora frequentando degli istituti di formazione, sono disciplinati da apposite convenzioni che vengono stipulate tra le aziende e gli enti di formazione nel rispetto della normativa nazionale e regionale.

La disciplina sui tirocini, in particolare, parte dalla Legge 196/1997 che negli anni è stata comunque ampliata, aggiornata e modificata. Nonostante la Legge 30 dicembre 2021, n. 234, art. 1, commi 720-726 abbia introdotto misure nuove, a oggi il tema del tirocinio è disciplinata dall’ Accordo del 25 maggio 2017 tra il Governo, le Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano sul documento recante “Linee guida in materia di tirocini formativi e di orientamento”.

Durata retribuzione e costi del Tirocinio curriculare

Nell’ambito dei tirocini curriculari la normativa stabilisce:

  • La durata
  • La retribuzione
  • I costi per le aziende
  • Le modalità di attivazione

Vediamo quindi più nel dettaglio quali sono le indicazioni per ognuno di questi punti e quali sono, di conseguenza, i risvolti per le aziende che vogliono assumere stagisti curriculari.

Durata

Avendo scopi didattici, in genere un tirocinio curriculare ha una durata relativamente breve che per legge non può superare i 12 mesi. Fanno eccezione solo pochi casi straordinari (es. Per gli iscritti a scuole di specializzazione o dottorati di ricerca e per i portatori handicap) per i quali la durata può essere di poco superiore.

La durata minima di un tirocinio curriculare, invece, dipende dagli accordi pattuiti tra le aziende e gli enti formativi sulla base delle tempistiche che vengono ritenute più adatte. Per alcune scuole, quindi, tale tempistica potrebbe essere anche di poche settimane. In genere per le università la durata tende a essere di 3 mesi, mentre per gli ITS dove alla formazione pratica viene dato grande peso le tempistiche tendono ad aggirarsi intorno ai 6 mesi.

In ogni caso, sarà sempre l’azienda ad accordarsi in modo diretto con la scuola per stabilire la tempistica migliore che consenta perciò di rendere lo stage un’esperienza realmente utile, che dia modo di conoscere il settore in cui lo studente andrà a operare.

Se la durata inizialmente pattuita non dovesse essere sufficiente a discrezione degli accordi tra aziende, studenti e scuole, rimane comunque la possibilità di poter prorogare il periodo di stage inizialmente stabilito.

Retribuzione

A livello normativo, il tirocinio curriculare non è equiparabile a un contratto di lavoro poiché ha solo fini formativi. Di conseguenza le aziende non sono tenute a dare una retribuzione ai tirocinanti curriculari, né a versare contributi previdenziali. Ciò differenzia dunque ulteriormente i tirocini curriculari da quelli extracurriculari, per i quali invece la retribuzione è obbligatoria e imposta secondo delle soglie minime stabilite regione per regione.

La scelta di offrire agli stagisti curriculari una retribuzione o un rimborso spese che, ad esempio, copra le spese dei pasti o degli spostamenti è dunque a totale discrezione dell’azienda ospitante. Fornire un compenso, seppur piccolo, è piuttosto una consuetudine utilizzata da alcune realtà che cercano di attrarre più facilmente i giovani talenti, ma non è di fatto una pratica obbligatoria.

Costi per l’azienda

Non essendoci l’obbligo di versare uno stipendio e dei contributi previdenziali, i tirocini curriculari non hanno alcun costo per l’azienda. Ciò vale anche per le spese assicurative che vengono coperte direttamente dall’ente formativo al quale lo studente e tirocinante risulta iscritto.

Da parte delle aziende ospitanti, dunque, gli unici costi derivanti da un tirocinio curriculare sono quelli legati alla gestione burocratica, che si limita però alla stesura del progetto formativo e della convenzione con l’ente formativo. Queste spese, tuttavia, tendono a essere estremamente contenute in quanto si limitano solo al costo del tempo necessario (in genere poche ore) utilizzato per la preparazione e la firma di tutti documenti.

Nel caso dei tirocini curriculari con gli ITS, invece, la gestione della burocrazia è molto più semplice in quanto la convenzione e il piano formativo vengono predisposti dall’ente. Di conseguenza, il contributo dell’impresa si limita esclusivamente alla fornitura dei dati necessari per la stipulazione dei documenti.

Le modalità di attivazione

Nel paragrafo precedente abbiamo appena accennato alla documentazione necessaria per attivare un tirocinio curriculare. Vediamo perciò più nel dettaglio quali sono le linee guida da seguire per poter ospitare all’interno della propria azienda uno stagista curriculare.

Modalità di attivazione del Tirocinio Curriculare

Per attivare un tirocinio curriculare un’azienda deve:

  • Contattare l’ente formativo promotore
    In pratica, l’azienda deve scegliere con quale ente di formazione collaborare per poter trovare tirocinanti. Solitamente ogni scuola ha un ufficio o un responsabile che si occupa degli stage. L’ideale è rivolgersi a scuole con percorsi di studi affini ai servizi offerti dall’azienda, in modo da trovare ragazzi interessati a svolgere l’esperienza di stage.Se non sai da quale ente formativo iniziare, potresti iniziare contattando l’ITS Angelo Rizzoli che offre corsi professionali post diploma correlati all’ambito digitale.
  • Definire il progetto formativo
    Una volta contattato l’ente, bisogna iniziare a collaborare per stilare un progetto formativo che spieghi gli obiettivi del tirocinio, le attività che verranno svolte e le competenze che il tirocinante avrà modo di sviluppare. All’interno di questo documento vengono poi indicati anche dettagli pratici come la durata, gli orari, l’eventuale rimborso spese o retribuzione e il nome del tutor responsabile.
  • Firmare la convenzione di tirocinio curriculare
    Per poter procedere con l’attivazione del tirocinio curriculare l’azienda e l’ente promotore devono firmare una convenzione che regola il rapporto tra le due parti, definendo le responsabilità dal punto di vista assicurativo, che in genere sono a carico della scuola. All’interno della convenzione vengono indicati anche i diritti e i doveri del tirocinante, verso i quali l’istituto formativo fa da garante.
  • Selezionare il tirocinante
    Può sembrare scontato, ma ovviamente anche la scelta del tirocinante richiede una selezione, esattamente come viene fatta per tutti gli altri lavoratori. Se l’accordo tra azienda e scuola è già stato stipulato, allora solitamente sarà la scuola a proporre direttamente all’azienda una lista di potenziali candidati. Sarà poi compito dell’azienda fare i dovuti colloqui per individuare le figure più adatte.

Una volta che il processo di selezione è concluso, si potrà definire la data di inizio del progetto formativo di tirocinio. Ciò richiede sia la firma dei vari documenti e accordi, sia la preparazione dell’ambiente in cui il tirocinante andrà a operare (es. preparazione delle postazioni di lavoro, attivazione di mail e account per l’accesso ai software aziendali…) .

Completati tutti questi passaggi, il tirocinio curriculare può quindi dirsi ufficialmente avviato. Durante il periodo di stage pattuito l’azienda avrà quindi il dovere di fornire il supporto necessario al tirocinante attraverso la figura del tutor aziendale, che lo guiderà nel processo di formazione. Al termine del periodo pattuito, il tutor aziendale avrà poi il compito di compilare un report di valutazione da inoltrare all’ente scolastico, specialmente nel caso in cui lo stage sia finalizzato all’ottenimento di crediti formativi.

Sarà poi a discrezione dell’azienda, invece, la possibilità di poter valutare un proseguimento del rapporto tramite la proposta di un vero e proprio contratto di lavoro tramite, ad esempio, un contratto di apprendistato.

Tirocinio curriculare: i vantaggi per le aziende

Il tirocinio curriculare è una forma di contratto che nasce per favorire la formazione degli studenti, offrendo l’opportunità di interfacciarsi con le realtà lavorative ancor prima del conseguimento di un diploma, così da facilitare il percorso di orientamento.

Tuttavia, quali sono i vantaggi che un’azienda può ottenere nell’ospitare uno stagista? Ospitare un tirocinante, infatti, rappresenta un impegno da parte di un’azienda che deve mettere a disposizione delle risorse interne seguire al meglio gli studenti. Ciononostante molte realtà scelgono di collaborare con le scuole per cercare tirocinanti per via di diversi motivi.

Vantaggi per le aziende del Tirocinio curriculare

I principali vantaggi per le aziende che accolgono tirocinanti sono:

  • Supporto operativo: è innegabile, ma appena il tirocinante inizia ad acquisire confidenza con le mansioni svolte in azienda, il suo contributo può aiutare ad alleggerire di molto il carico di lavoro al resto dello staff già presente.
  • Scoperta di nuovi talenti: gli stage spesso vengono utilizzati dalle aziende per cercare persone giovani e con un forte potenziale, con la possibilità quindi di proporre assunzioni future.
  • Agevolazioni fiscali: in alcuni casi, come accade in relazione a particolare bandi, le aziende che scelgono di attivare tirocini curriculare possono accedere a dei benefici e agevolazioni fiscali, specialmente se al termine dello stage viene proposto un contratto di assunzione.
  • Idee “fresche”: essendo ancora nel pieno del loro percorso formativo, gli stagisti curriculari spesso contribuiscono a portare innovazioni ed energie nuove all’interno delle aziende. La presenza di un punto di vista diverso porta inevitabilmente a nuove prospettive, contribuendo a dare un approccio ai progetti più creativo e non convenzionale.
  • Reputazione aziendale: mettere a disposizione dei programmi di stage qualitativamente rilevanti è un modo anche per rendere l’azienda più attraente agli occhi di futuri candidati.

I tirocini curriculari si presentano quindi come una grossa opportunità anche dal punto di vista delle aziende, specialmente in quelle che mirano a investire nei giovani, favorendo uno scambio generazionale delle competenze.

Se questa è un’opportunità che la tua azienda sta iniziando a valutare, ti suggeriamo quindi di iniziare registrandoti presso un ente formativo come l’ITS Angelo Rizzoli di Milano, che da sempre è aperto a questo genere di collaborazioni e iniziative.